Un percorso della memoria
I sentieri della memoria abbracciano un po' tutto il territorio cumianese. Non solo in senso metaforico. Ognuno può intraprendere un percorso personale, sostando sul luogo della strage, la cascina Riva di Caia e avviandosi poi a piedi all'interno del paese. Oppure può partire da via Domenico Berti, più nota come piazza Vecchia, dove il 1° aprile 1944 avvenne lo scontro a fuoco tra partigiani e Ss. E' quanto propone per esempio il filmato realizzato dalla sede regionale della Rai nel 1985, in occasione dei quarant'anni dalla Liberazione.
01. Cascina Riva di Caia (in un'immagine degli anni '50. Anticamente denominata "Quaglia" presumibilmente dal nome dei primi proprietari della magione. La famiglia Quaglia è attestata fino agli inizi dell'Ottocento. Madama Quaglia era la moglie del medico Ignazio Bianchi, già sindaco di Cumiana in epoca napoleonica, poi generoso benefattore. Ancora oggi la casa di riposo porta il nome di "Famiglia Bianchi". La cascina Riva di Caia è da decenni proprità della famiglia Ruffinatto. L'eccidio del 3 aprile '44 avvenne proprio accanto ai muri perimetrali dell'edificio, dapprima sul lato nord e, pochi minuti più tardi su quello est, dove una lapide ricorda il massacro.
02. cimitero comunale di Cumiana capoluogo. Disegnato dal geometra Renzo Issoglio nel 1946, il piccolo sacrario che si trova all'ingresso del cimitero indica il punto in cui furono trasferiti i corpi delle vittime la sera del 3 aprile 1944. Furono necessari diversi trasbordi - raccontò poi il prevosto don Felice Pozzo - fino a notte inoltrata, e l'inumazione avvenne in una fossa comune, sotto scorta delle Ss, alla luce di torce elettriche. Poco più di un mese dopo, alcuni detenuti delle Nuove diTorino, quasi tutti partigiani catturati nelle vallate a ovest della città, furono obbligati dalle Ss a disseppellire i corpi e seppelirli nuovamente in una fossa più profonda per evitare esalazioni e contaminazioni. Nello stesso luogo riposano ancora oggi le salme del caduti, dopo che nel 1946 si procedette ad una seconda riesumazione e al riconoscimento definitivo delle vittime. (Cfr.la sezione "Galleria fotografica")
03. Piazza Vecchia (via Domenico Berti). Epoca imprecisata: anni venti ? La piazza è in realtà una via che si allarga nel tratto centrale. E' intitolata alla memoria di Domenico Berti (1820-1897). Nato a Cumiana nel palazzo oggi sede del poliambulatorio medico, fu docente universitario, deputato del Regno di Sardegna, poi del Regno d'Italia e cinque volte ministro nei governi della Sinistra. Fu iscritto alla Massoneria. Mori a Roma senza eredi. E' sepolto nel campo principale del cimitero cumianese, alla base di un monumento in parte celato alla vista da un cespuglio. Proprio in via Domenico Berti, la mattina del 1° aprile 1944 si aprì lo scontro fra i partigiani delle formazioni provenienti dalla Val Sangone e un reparto del VII Battaglione Milizia Armata Ss italiane di scorta ad un convoglio di approvvigionamenti. Fu l'episodio che causò la rabbiosa rappresaglia nazifascista. Oltre ad eseguire la fucilazione dei civili il giorno 3 aprile, le Ss appiccarono subito il fuoco alle case da cui presumibilmente erano partite le raffiche dei "ribelli". Gli effetti si possono facilmente vedere in queste immagini: 1 - 2 - 3 - 4.
Dalla Piazza Vecchia si diparte via della Grotta, così denominata per la presenza di una riproduzione della Grotta di Lourdes (1912). All'inizio della via, all'angolo con la piazza, si trova l'edificio del vecchio mulino Ruffinatto, da cui i partigiani aprirono il fuoco contro le Ss la mattina del 1° aprile 1944. Il mulino fu completamente devastato dai lanciafiamme tedeschi durante la rappresaglia.
04. Casa del Fascio (via Provinciale). Insediata dal 1938 al 1945 nella ex stazione della tramvia. L'edificio fu eretto nel 1889 per ospitarvi il terminale della tramvia a vapore Cumiana - Orbassano - Torino. La Casa del Fascio, pur non direttamente collegabile alla strage, resta il luogo cui si richiama la memoria del ventennio. Nelle immediate vicinanza infatti si svolgevano i "pre-militari" una sorta di addestramento al quale erano tenuti tutti giovani, suddivisi in fasce d'età. Era la celebrazione del sabato fascista. Da Wikipedia: "Il sabato fascista interrompeva la giornata lavorativa del sabato alle ore tredici, in modo che il pomeriggio venisse dedicato ad "attività di carattere addestrativo prevalentemente premilitare e post-militare, come ad altre di carattere politico, professionale, culturale e sportivo". Si noti nella fotografia il ritratto del Duce con l'elmetto. L'immagine si riferisce presumibilmente ad una delle tante manifestazioni nazional-popolari che il regime aveva istituito per accrescere il consenso attorno a sé. Durante i tragici giorni dell'aprile 1944 nel prato a valle della Casa Littoria vennero concentrati gli ostaggi prelevati dalle Ss. Il luogo fu scelto anche perché vicino al centro e alla Trattoria della stazione (foto tratta da: Bianchi - Ceratto, "Guida storica amministrativa commerciale di Cumiana", 1913) dove il tenente Renninger e gli altri ufficiali avevano posto il comando provvisorio.